Transazione in pendenza di giudizio: il giudice può, tuttalpiù, pronunciarsi solo sulla condanna alle spese di lite – Cass. civ. Sez. VI^ – 3, Ord., (ud. 27-06-2019) 22-04-2020, n. 8034

Il fatto

La Corte d’Appello di Genova, nonostante le parti fossero addivenute ad un’intesa stragiudiziale all’esito dell’espletata CTU espletata nel giudizio di appello, si pronunciava sul merito dell’impugnazione rigettandola e condannando l’appellato al pagamento delle spese non imponibili sostenute dalla controparte in primo grado nonché al pagamento delle spese legali dell’appello.

Avverso tale decisione l’appellato proponeva ricorso per cassazione dolendosi, inter alia “…della circostanza che la Corte d’appello abbia deciso il gravame nel merito, anziché dichiarare l’intervenuta cessazione della materia del contendere” ed evidenziando:

  • che “…la corte territoriale avrebbe, in motivazione, accertata la sopravvenuta cessazione della materia del contendere e, tuttavia, in dispositivo ha pronunciato il rigetto dell’appello”;
  • che, pertanto, sussisterebbe un “…insanabile contrasto fra motivazione e dispositivo denunciato dal ricorrente”.

La decisione

La Suprema Corte, accogliendo le doglianze del ricorrente, con la pronuncia in oggetto:

  • ha confermato che “…l’intervenuta transazione dell’oggetto della lite determina l’obiettivo venir meno dell’interesse delle parti alla pronuncia giurisdizionale”;
  • ha chiarito che è dovere del giudice rilevare detta carenza anche d’ufficio, a prescindere dall’atteggiamento delle parti;
  • ha conseguentemente cassato “…con rinvio alla Corte d’appello di Genova, affinché, prendendo atto della sopravvenuta cessazione della materia del contendere in ordine alla domanda principale, valuti se sussistono i presupposti per pronunciarsi sull’appello incidentale, nonché sulla soccombenza virtuale ai fini della regolamentazione delle spese del secondo grado. Tale statuizione determina l’assorbimento degli altri motivi di ricorso”.
Luigi Romano

Avvocato del foro di Roma, cofondatore dello studio Legale Martignetti e Romano, docente di diritto civile nei corsi di preparazione per l’esame d’avvocato e collaboratore delle cattedre di diritto dell’Unione europea, European Judicial Systems e della Clinica legale CEDU presso l’università di Roma Tre. Ho completato i miei studi accademici con un master in Homeland Security presso il Campus Bio Medico e con un dottorato europeo in diritto di famiglia nel diritto internazionale privato dell’Unione europea tra l’università di Roma Tre, Lund University (Svezia) e la Universidad de Murcia (Spagna). Credo fermamente nella funzione sociale che l’avvocato ha l’onore e l’onere di esercitare e nello spirito di colleganza e unione che aimè sempre meno si riscontra tra le aule di Tribunale. Da poco più di un anno mi sono affacciato con passione nel mondo della politica forense assieme ad AFEC, come membro del suo rinnovato Direttivo, con la fiducia che uniti potremo ridare il lustro e il prestigio che il nostro Ordine ha avuto in passato e che deve tornare ad avere. All’interno di Afec mi occupo dell’organizzazione dei convegni, della redazione di articoli giuridici e note a sentenza, specie in ambito di diritto di famiglia, diritto civile, diritto internazionale privato e diritto dell’Unione europea.